IKEA entra nel mercato immobiliare

Ikea si lancia nel mercato immobiliare con il primo appartamento in affitto. Si tratta di un monolocale di 10 mq a Tokyo che si affitta per circa un 1 euro. Una mini casa Ikea a cui non manca proprio nulla

Ikea Giappone
Ikea Giappone

Monolocale Ikea 10 mq

Il primo appartamento di Ikea in affitto a Tokyo è arredato con mobili e accessori Ikea e non manca davvero nulla: la camera da letto, un salotto, la cucina, la sala da pranzo e il bagno. Il tutto in soli 10 mq per soli 99 yen, pari a circa 77 centesimi, ovvero meno di un 1 euro.

fonte idealista.it

Fisco: dalla moratoria alla casa, le novità allo studio nel «decreto Aprile»

Si lavora alla sospensione ampia di obblighi fiscali, alla deroga sui bonus prima casa e a una moratoria sulle sanzioni calcolate per versamenti tardivi

FONTE NOTIZIA IL SOLE 24ORE Articolo di Marco Mobili

Sospensione di pagamenti e adempimenti fiscali più ampia, a partire dagli avvisi bonari. Bonus affitti da estendere agli immobili ad uso non abitativo. Che tradotto potrebbe voler dire alberghi, capannoni e studi professionali. Ma c’è anche l’idea di una moratoria sulle locazioni di bar, ristoranti e pizzerie. Allo studio anche la possibilità di far rientrare tra i rimborsi veloci da modello 730 anche i lavoratori che hanno perso il lavoro a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus o per effetto delle misure di contenimento.

Sono solo alcune delle misure allo studio del «decreto di aprile» su cui martedì al ministero dell’Economia si è tenuta una lunga riunione di maggioranza per definire il nuovo perimetro di intervento a sostegno di famiglie, lavoratori, autonomi e imprese. In questa direzione vanno ad esempio la proroga e l’allungamento della Cassa integrazione in deroga, così come il reddito di emergenza, destinato a chi non può più lavorare, e un reddito cosiddetto “light” da riconoscere ai lavoratori in nero. Le partite Iva, invece, potranno continuare a richiedere un bonus – da domani si aprono i termini per presentare le domande – che secondo le prime ipotesi salirebbe da 600 a 800 euro.

Sospensione degli adempimenti
Nel decreto di aprile sarà certamente rafforzato il capitolo delle sospensioni degli adempimenti e dei versamenti fiscali. Oltre a quanto anticipato domenica 29 marzo con l’estensione alle scadenze di aprile e maggio, Iva trimestrale inclusa, tra le novità in arrivo c’è la sospensione degli avvisi bonari. In questo modo si va a colmare il paradosso del decreto Cura Italia dove, ad esempio, un debitore si è visto sospendere le cartelle di pagamento e invece chi è stato avvisato dal Fisco “bonariamente”, quindi ancora prima dell’atto di accertamento, è stato chiamato alla cassa.

Bonus prima casa
Altra deroga in arrivo, già annunciata nelle Faq pubblicate venerdì 27 marzo sul sito del Mef, è quella del cosiddetto bonus prima casa. In sostanza si bloccano i due requisiti temporali legati alle agevolazioni fiscali per chi acquista l’immobile da adibire a prima casa ossia i 18 mesi in caso di cambio di residenza da comune a comune, o i 12 mesi concessi dal Fisco per non perdere le agevolazioni Iva e di registro in caso di vendita e riacquisto dell’immobile.

Ritardi nei versamenti
Sui ritardi negli adempimenti o nei versamenti è stato il ministro Gualtieri ad annunciare l’idea di introdurre una moratoria sulle sanzioni per ritardati versamenti. Mentre sulla consegna e gli invii delle certificazioni uniche dei redditi, i cui termini sono scaduti il 31 marzo, come prevede il decreto Cura Italia all’esame del Senato si potrebbe arrivare a una norma che dia copertura giuridica alla “causa di forza maggiore” così da poter prevedere la disapplicazione delle sanzioni.

Altro capitolo da affrontare alla luce delle tante richieste giunte al Mef negli ultimi giorni è quello del bonus affitti per le attività commerciali, di impresa e professionali. La norma oggi riconosce un credito d’imposta del 60% solo alle locazioni di immobili classificati C1, dunque a botteghe e negozi. L’ipotesi su cui la maggioranza e i tecnici si stanno confrontando sarebbe quella di un’estensione agli immobili ad uso non abitativo, a partire da quelli del turismo come gli alberghi, ma anche ai capannoni delle imprese, agli studi professionali e ai casi di affitti d’azienda. Il punto di caduta sull’aliquota del bonus e sulla platea di riferimento sarà stabilito nei prossimi giorni sulla base delle risorse disponibili.

Credito al consumo
Nel decreto di aprile si proverà anche a colmare alcune delle lacune del decreto di inizio marzo. Nel Dl Cura Italia , ad esempio, manca una norma di garanzia o di moratoria dei ratei per i risparmiatori/consumatori che hanno fatto ricorso a forme di credito al consumo, magari anche con cessione del quinto dello stipendio o della pensione. Secondo gli ultimi dati di Bankitalia, a fine gennaio risultavano in corso prestiti di questa natura per oltre 111 miliardi: 3 con scadenza a un anno, 34 tra tre e cinque anni e 74 con scadenze oltre i cinque anni. Il tasso di interesse applicato su questi prestiti, spesso richiesti anche per fronteggiare consumi non proprio imprevisti, è stato a gennaio del 7,96%.

Il problema è stato sollevato da Carlo De Masi, presidente di Adiconsum: «Abbiamo chiesto al governo di introdurre provvedimenti per la sospensione del credito al consumo e i finanziamenti per liquidità anche per tutti quei consumatori oggettivamente in difficoltà con l’adempimento al pagamento delle rate».

Apertura cantieri
Nell’incontro di mercoledì con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, le opposizioni tornano a chiedere l’apertura dei cantieri. Su questo fronte potrebbe essere ripescata la norma già messa a punto per il decreto di marzo con cui il Governo può nominare tra i 10 e i 12 commissari per avviare la realizzazione delle 25 opere ritenute prioritarie dell’Esecutivo. Il confronto sul tema è tutto interno alla maggioranza sulla possibilità o meno di poter concedere ai commissari gli stessi poteri adottati per la realizzazione del ponte di Genova, o, come prevede la norma già messa a punto, una deroga all’articolo 4 del cosiddetto sblocca cantieri.

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Ecobonus 2018, le aliquote al 50 e 65%

La Legge di Bilancio 2018 ha ridisegnato gli incentivi dell’ecobonus per agevolare maggiormente i lavori che migliorano la prestazione globale degli edifici. Nel 2018 ci sarà infatti la possibilità di detrarre gli interventi di efficienza energetica con aliquote diverse a seconda dell’intervento. A prescindere dalla percentuale detraibile l’ecobonus si applica come detrazione dall’IRPEF o dall’IRES ed è ripartita in dieci quote annuali uguali, a partire dall’anno in cui è sostenuta la spesa e in quelli successivi.

Ecobonus 65%: quando si può sulla singola unità immobiliare?

Fino al 31 dicembre 2018 si potrà usare la detrazione del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici per:
– interventi che migliorano almeno del 20% il fabbisogno annuo di energia primaria rispetto ai requisiti del DM 11 marzo 2008
– interventi di coibentazioni di strutture opache verticali e orizzontali che rispettano i requisiti del DM 11 marzo 2008
– installazione di pannelli solari per produrre acqua calda
– sostituzione degli scaldacqua tradizionali con quelli a pompa di calore
– sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione di efficienza pari alla classe A e installazione contestuale di sistemi di termoregolazione evoluti
– acquisto e posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti, fino a un valore massimo della detrazione di 100mila euro (l’intervento deve portare a un risparmio energetico almeno del al 20%)
– acquisto, installazione e messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento, acqua calda e climatizzazione.

Ecobonus 50% su singola unità: quando?

Dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018, nelle singole unità immobiliari, la detrazione è ridotta al 50% per:
– acquisto e posa in opera di finestre con infissi;
– acquisto e posa in opera di schermature solari;
– sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti con caldaie a biomassa e caldaie a condensazione con efficienza pari alla classe A di prodotto prevista dal Regolamento delegato (VE) N. 811/2013;
– acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, fino a un valore massimo della detrazione di 30mila euro.

Ecobonus condomini: agevolazione maggiorata fino al 2021

L’Ecobonus sui condomìni resta fino al 2021 e i lavori sulle parti comuni o che interessino tutte le unità potranno:
– usufruire della detrazione del 70% se le operazioni interessano più del 25% della superficie disperdente dell’edificio
– usufruire di una detrazione del 75% se si migliora la prestazione energetica invernale ed estiva almeno pari alla qualità media di cui al DM 26 giugno 2015.

Un incentivo maggiore (80% se determinano il passaggio a una classe di rischio inferiore e 85% in caso di passaggio a due classi di rischio inferiori) avranno gli interventi sulle parti comuni dei condomini nelle zone sismiche 1, 2 e 3, finalizzati alla riduzione del rischio sismico e alla riqualificazione energetica. La detrazione sarà ripartita in 10 quote annuali uguali e verrà calcolata su una spesa massima di 136 mila euro moltiplicata per il numero delle unità immobiliari del condominio.

Ecobonus sulle case popolari

Novità anche per le case popolari che da quest’anno possono beneficiare di tutte le detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica e non più solo di quelle sulle parti comuni con detrazione del 70% e del 75%).

Ecobonus: cessione del credito estesa alle singole unità

La possibilità di cessione del credito viene estesa anche agli interventi di riqualificazione energetica sulle singole unità immobiliari, non solo alle parti comuni dei condomini. Nel 2018 i contribuenti incapienti (cioè con meno di 8.000 euro di reddito nel 2017) possono cedere per lavori sul singolo appartamento il loro credito d’imposta a banche e intermediari finanziari.

FONTE DELLA NOTIZIA SITO: AdobeStock_76812978_483330 EDILTECNICO.IT

 

 

Tasi, acconto 2015 giugno: 10 cose che devi sapere per non sbagliare

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Il 16 giugno scade il termine per il pagamento dell’imposta sui servizi indivisibili che deve essere pagata dai proprietari di prime e seconde case e, in percentuale ridotta, anche dagli affittuari. Ti presentiamo 10 punti importanti per non sbagliare nel versamento dell’acconto di giugno della Tasi.

  1. Tasi 2015 chi la paga –  la Tasi deve essere versata da chiunque sia dentetore di un immobile adibito ad abitazione principale; sugli altri immobili deve essere versata insieme all’Imu, a meno che il Comune non abbia deciso che la seconda escluda la prima. La Tasi deve essere pagata anche dall’affittuario di un immobile locato, per un valore che va dal 10 al 30%, secondo le decisioni dei sindaci.
  2. Tasi, aliquota minima e massima – Lo Stato ha fissato delle linee guida per il pagamento dell’imposta. Per l’abitazione principale l’aliquota minima è dello 0,1% quella massima invece può arrivare allo 0,25%. È facoltà dei Comuni alzarla fino a un massimo di 0,33%. Per quanto riguarda gli altri immobili, invece, la somma delle aliquote di Tasi e Imu non può superare l’1,06%. Anche in questo caso i Comuni possono applicare uno 0,08%, portando la somma all’1,14%.
  3. Tasi acconto e saldo – L’acconto scade il 16 giugno, mentre il saldo deve essere versato il 16 dicembre. Le due rate devono essere uguali: se si è acquistato l’immobile durante l’anno, ad esempio a marzo, per determinare l’acconto bisognerà calcolare il tributo per il periodo che va da marzo a dicembre e dividere l’importo per due. È possibile il pagamento in un’unica soluzione, applicando le aliquote e le detrazioni relative al 2014, l’eventuale conguaglio dovrà essere fatto a dicembre.
  4. Tasi quanto si paga  La base per il calcolo della Tasi è la stessa dell’Imu: si parte dalla rendita catastale, rivalutata del 5%, e moltiplicata per il coefficiente proprio di ciascuna tipologia di immobile. A questa si applicano poi le aliquote decise dai Comuni
  5. Tasi come e dove pagare Il pagamento dell’imposta può avvenire tramite F24, seguendo le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate. I codici da utilizzare sono il 3959 per l’abitazione principale e il 3961 per gli altri immobili. Per importi superiori ai 1.000 euro è obbligatorio il pagamento telematico. In alternativa al modello F24 è possibile utilizzare il bollettino postale, il numero di conto corrente 1017381649 è unico per tutti i Comuni italiani.
  6. I proprietari sono coobbligati al pagamento della Tasi – il Comune può richiedere a un solo proprietario il pagamento delle quote spettanti anche agli altri.
  7. Tasi, importo minimo –  I contribuenti non sono tenuti al pagamento della Tasi se l’importo è uguale o inferiore a 12 euro. Il proprietario deve far riferimento all’importo dell’intero anno, mentre l’inquilino alla quota a lui spettante.
  8. Tasi coniuge assegnatario – In caso di separazione, la Tasi è dovuta dal coniuge assegnatario della casa coniugale.
  9. Tasi pertinenze prima casa Sono considerate pertinenze dell’abitazione principale gli immobili accatastati C2, C6 e C7 nel limite di un solo immobile per classe catastale.
  10. Dichiarazione Tasi – La dichiarazione Tasi deve essere presentata entro il 30 giugno dell’anno successivo in cui sono avvenute variazioni rilevanti ai fini della determinazione del tributo. Ciò a meno che non sia stata già presentata la dichiarazione Imu, questa infatti ha valore anche ai fini Tasi.

fonte notizia sito IDEALISTA

CANONE RAI Ecco come cambierà e quanto dovremo pagare

Il governo starebbe mettendo a pucanonento alcune modifiche per rendere più leggero il Canone Rai, la tassa più odiata dagli italiani. Per ora sono solo indiscrezioni ma pare che dovrebbe sparire sparire il bollettino individuale con cui si paga (o non si paga) la tassa sul possesso dell’apparecchio televisivo. Un sistema che ci consentirà di pagare molto meno: tra i 35 e i 60 euro l’anno contro gli attuali 113, 50 versati nel 2014.

LEGATO AL REDDITO – Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, sarà creato un nuovo meccanismo legato ai consumi delle famiglie, che dovrebbe eliminare l’evasione, oggi stimata intorno al 27% delle unità famigliari, riducendo al contempo l’importo del canone. Quest’ultimo sarà adeguato al reddito e ai consumi delle famiglie.

DICHIARAZIONE IRPEF – La cosa più semplice sembra quella di inserire nelle dichiarazioni Irpef il possesso o meno di un apparecchio televisivo e pagare di conseguenza in base al reddito (difficile che il 27% delle famiglie possa dichiarare di non possedere nemmeno un apparecchio tv, presente nel 98% delle famiglie secondo le indagini di mercato).

GLI IMPORTI – L’importo massimo dovrebbe oscillare intorno ai 60 euro, il minimo intorno ai 35 euro. L’introito stimato per finanziare il servizio pubblico sarà intorno ai 2 miliardi, rispetto al miliardo e 700 milioni attuale, anche grazie a parte dei proventi che lo Stato ricava da tutti i Giochi, compresa la Lotteria Italia.

articolo di Ettore Mieli visto su soldiweb

Fondo di garanzia per la prima casa: in arrivo 15 miliardi per i mutui alle famiglie

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il fondo di garanzia per la casa potrebbe essere una vera e propria “manna dal cielo” per tante famiglie interessate all’acquisto o alla ristrutturazione della prima casa. secondo l’abi, infatti, con l’attuazione del fondo è in arrivo un potenziale di finanziamenti alle famiglie fino a 15 miliardi di euro

l’abi ha spiegato che lo strumento, frutto del rapporto tra banche e istituzioni, “rappresenta un’ulteriore spinta allo sviluppo del mercato dei mutui che già registra una fase di significativo rilancio”. “il fondo potebbe garantire finanziamenti per 12-15 miliardi di euro”. lo strumento voluto dal governo è “necessario ad ampliare le opportunità di sostegno al credito verso quelle famiglie che ancora scontano le difficoltà complessive della congiuntura economica in attesa delle crescita”

funzionamento del fondo
dopo la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del regolamento di attuazione del fondo, abi e mef firmeranno un protocollo d’intesa per disciplinare l’accesso delle banche alle garanzie e avviare rapidamente le erogazione dei mutui. controgarantito dallo stato, il fondo prevede il rilascio di garanzie a copertura del 50% della quota capitale dei mutui ipotecari erogati per l’acquisto, o la ristrutturazione per l’accrescimento dell’efficienza energetica degli immobili adibiti a prima casa, con priorità di accesso per le giovani coppie o per i nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, nonché di giovani con età inferiore a 35 anni

fonte: idealista it